Artenami. L’emozione di sentirsi unici.

“Siamo rimasti in pochi. Soprattutto tra i sarti giovani. Parlo di sarti veri. Oggi le misure le prendono tutti, sarti e non. Fare bene questo mestiere significa non solo essere in grado di capire le esigenze del cliente, ma essere capaci di eseguire correzioni perfette, seguite nei più piccoli dettagli direttamente sulle curve del corpo, su anatomie diverse ciascuna nelle proprie peculiarità e imperfezioni” afferma Luca Talarico che aggiunge: “Chiaramente ci vuole talento ma l’abilità nella manualità non si acquisisce né in una sessione di sartoria, né uscendo dalle più grandi scuole; perché il talento non basta: serve mestiere e tanto. Io ho avuto la fortuna di uscire da esperienze formative importanti - per citarne una fra tutte quella con Caraceni - oltre al vantaggio di ereditare la professione direttamente da mio padre: con me, la famiglia Talarico arriva oggi alla quinta generazione di sarti.

Sono questi gli iter che regalano la giusta esperienza e passione per potersi definire sarto” dichiara il master tailor milanese di origini calabresi che conclude: “Nonostante la mia esperienza, ancora oggi, quando metto le mani su un nuovo abito, mi coglie un inconscio timore di sbagliare, emozione che mi dà quella giusta adrenalina e concentrazione per fare un lavoro tecnicamente perfetto, risultato che soddisfa prima me come sarto e, di conseguenza, il mio cliente e le sue esigenze. Rendere felice e soddisfatto il cliente; per me è questo quello che conta più di tutto”.